venerdì 30 settembre 2011

Laurel Nakadate, James Franco e... Tennessee Williams per Performa 11

Dopo avere abbandonato il revival teatrale de "La dolce ala della giovinezza", James Franco avrà una nuova (singolare) occasione per incrociare la strada del grande drammaturgo americano Tennessee Williams. Nell'ambito di Performa, biennale di arte visiva nata nel 2009 a New York, si unirà infatti alla visual artist e fotografa Laurel Nakadate (qui un'intervista se volete conoscerla meglio) per presentare "Three performances in search of Tennessee". Il progetto, strutturato in tre parti, è basato sul famoso dramma di Tennessee Williams "Lo Zoo di Vetro" (The Glass Menagerie, 1944). Nella prima parte Franco e Nakadate condurranno una seduta spiritica all’Hotel Elysée di New York, nella stanza in cui morì Tennessee Williams. Insieme a un gruppo di partecipanti, gli artisti comunicheranno con Tennessee Williams tramite la tavola Ouija e riceveranno istruzioni dallo spirito dell'autore. Il gruppo passerà questo messaggio al pubblico, il quale parteciperà alla pièce seguendo le "sue" istruzioni. Nella seconda parte, attrici di ogni tipo faranno delle audizioni di fronte al pubblico per il ruolo di Laura ne "Lo Zoo di Vetro".



Come in un karaoke, le battute di Laura scorreranno su un video in cui Franco interpreta il "Gentleman Caller" (Jim O'Connor, oggetto del desiderio del personaggio di Laura) e le attrici reciteranno in quella scena. Una serie di audizioni maschili chiuderà il progetto. Il ruolo in gioco è quello di Tom, (fratello di Laura) e tutti reciteranno lo stesso monologo tratto sempre da "Lo Zoo di Vetro". Come per le donne sentite per il ruolo di Laura, Nakadate e Franco interverranno per dirigere gli attori nei loro tentativi di 'entrare nella parte'. "Three performances in search of Tennessee" andrà in scena il 12 e 13 novembre all'Abrons Art Center di New York (i biglietti si possono acquistare sul sito di Performa) e sarà anche trasmesso in rete da Paddle 8.

giovedì 29 settembre 2011

James Franco su XL di ottobre

Capita raramente, ma abbiamo finalmente una cover tutta italiana dedicata a James Franco, grazie al mensile XL, che nel numero di ottobre sceglie uno splendido scatto dal famoso photoshoot di Mark Abrahams per parlare della nuova icona di Hollywood.



"L’attore che sta rivoluzionando lo star system di Hollywood e il ritorno della band più attesa dell’anno: James Franco e Coldplay sono i protagonisti della speciale doppia copertina di XL di ottobre. Il primo, al cinema con L’alba del pianeta delle scimmie, dice di non voler essere il migliore eppure per molti è l’attore (e non solo) più influente della sua generazione grazie alla sua voglia di sperimentare in tutti i campi dell’arte, dalla regia (con Sal, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia) alla pittura, fino alla scrittura. XL lo ha incontrato a Los Angeles."

fonte XL.Repubblica

mercoledì 28 settembre 2011

AUDIO DOWNLOAD: James Franco legge Kerouac

In esclusiva per Lapham's Quarterly, James Franco legge un estratto da "On The Road" di Jack Kerouac, durante un party organizzato al Hungarian Cultural Center di New York. Era il giugno 2009 e "Palo Alto Stories", la sua prima raccolta di racconti brevi, stava per essere pubblicato dalla casa editrice Scribner.


Intervista doppia: James & Betsy Franco

James Franco e sua madre Betsy riflettono sulla creatività e l'educazione in "Open Office Hours", intervista che fa parte di una serie di video prodotti dalla Stanford University.

martedì 27 settembre 2011

James Franco su L'Optimum di ottobre

Intervistato da Clemence Boulouque, James Franco è il volto del nuovo numero di "L'Optimum", per uno speciale dedicato ai "nuovi ribelli".

James Franco's Movie Poster Collection

Da "Costi quel che costi" fino all'ultimo "L'alba del Pianeta delle Scimmie", passando per un'altra scimmia, quella del suo primo film da regista "The Ape": per voi, la carriera cinematografica di James Franco raccolta in una imperdibile collezione di locandine internazionali.

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lunedì 26 settembre 2011

My Own Private River in Portland



Continuiamo a parlare della collaborazione tra James Franco e Gus Van Sant, perchè ieri, nella storica cornice del Hollywood Theatre di Portland, si è tenuto un nuovo incontro con il pubblico poco prima della proiezione di 'My Own Private River'. Location significativa, dato che 'My Own Private Idaho' è ambientato proprio a Portland e che l'idea di rimaneggiare il "non montato" è nata durante un weekend intensivo nei luoghi del film. Riprendendo la struttura dell'originale, che si muove tra Portland, Idaho e l'Italia, James Franco ne sottolinea l'aspetto introspettivo, dimenticando la narrazione a favore dell'atmosfera e dell'emotività dei personaggi, lasciando al pubblico tutto il tempo di farsi trasportare in quegli scenari. E' come se fosse diretto dal Van Sant di 'Elephant'. A riguardo, il regista si è detto inizialmente spaventato dal progetto, ma alla fine ne è rimasto molto colpito: "E' impressionante quello che James ha fatto con l'originale, non avevo idea che si sarebbe arrivati ad un risultato del genere."


source blogtown, photo by @jenaynayk

domenica 25 settembre 2011

Mystic River

James Franco scrive un articolo per The Paris Review in cui spiega come è nato il progetto Memories of Idaho. Eccolo, tradotto per voi da JAMES FRANCO ITALIA, accompagnato da un nuovo video estratto da "My Own Private River".


Pensate a ogni ciak, a ogni ripresa di ogni film fatto. Pensate a tutte quelle scene girate da angolature diverse, a quelle riletture e battute registrate su pellicola e poi scartate nella sala di montaggio. Bobine infinite sono state esaminate e poi buttate via dai montatori, per mai più essere viste. Molti registi considererebbero inutile il materiale scartato, ma io, come attore, avendo passato quindici anni davanti alla macchina da presa, credo che un valore ce l'abbiano. Sono l'essenza della mia arte. Di solito i ciak battuti vanno dai quattro a dieci e, in sede di montaggio, solo uno di questi ciak o addirittura parte di uno di essi verrà usato. Se va bene, il pubblico riuscirà a vedere solo un decimo di quello che io ho dato durante le riprese. Il resto viene messo da parte o distrutto. A volte sono scene di qualità inferiore. Ma altre volte, se si tratta di River Phoenix in un film come 'My Own Private Idaho', ovvero il miglior attore della sua generazione con la sua migliore interpretazione, in quel caso ogni scarto è oro. Gus Van Sant ha girato 'My Own Private Idaho' nel 1990 e il film è uscito nel 1991. Tutti i giornalieri erano su pellicola, nulla era digitalizzato; quando ho sentito che Gus aveva conservato le pellicole, gli ho detto che avrei fatto di tutto per vederle. Abbiamo passato due giorni a Portland e visto tutto ciò che era possibile vedere. Mentre le guardavamo, discutevamo su come i film di Gus fossero cambiati nei decenni a venire. Oggi i suoi film sono più pieni di storia e dialoghi; hanno scene più lunghe e meno tagli. Ci siamo chiesti come sarebbe stato Idaho se fosse stato girato oggi e Gus mi ha proposto di lavorare a quel materiale personalmente. E' stato fantastico avere la possibilità di rimontare quei filmati grezzi del mio film preferito, un film che mi ha emozionato, commosso, mi ha aiutato a costruire la mia personalità da adolescente. L'unico modo per giustificare quello che avrei fatto con quel materiale era fare ciò di cui Gus e io avevamo discusso: l'ho montato nel modo in cui Gus l'avrebbe fatto oggi.

source The Paris Review

sabato 24 settembre 2011

La prima lezione di James Franco alla NYU Tisch School for the Arts

"Se qualcuno non capisce o non crede in quello che stiamo facendo, non ascoltateli. Stiamo andando nella giusta direzione!". Con queste parole, un singolare professore dall'aria trasandata, in maglietta color pesca e giacca lunga nera, ha aperto la sua prima lezione alla Tisch School for the Arts. Era James Franco, che nella tarda serata di sabato scorso, in un'aula al decimo piano della New York University, ha dato il via al corso di regia che seguirà lungo questo anno accademico. La classe, composta da nove studenti, accompagnati da pile di appunti e tazze di caffè, è pronta per affrontare questa incredibile avventura. "E' un corso serio, nessuno è venuto a bussare alla mia porta da fan sfegatato o solo perché stravede per Tristano e Isotta", ha detto James sottolineando le buone intenzioni del lavoro che verrà svolto.



Nel mese di maggio, prima che il corso partisse, James aveva assegnato ad ogni studente il compito di concepire un cortometraggio partendo da una poesia di CK Williams sul "decadimento, sul senso di memoria e di ringiovanimento". Il prossimo novembre, la classe si recherà a Detroit per girare l'intero lungometraggio, un progetto ispirato a film corali come 'New York, I Love You' e il suo predecessore, 'Paris, Je T'aime'. L'occasione è ghiotta dal momento che il film verrà presentato successivamente nei circuiti festivalieri: "Spesso si fanno film che non vengono mai portati a termine e tutto finisce in una bolla di sapone", ha detto Pamela Romanowsky, laureata alla New York University che partecipa al corso "Questo è diverso da tutti gli altri corsi a cui ho partecipato." Oltre al progetto CK Williams è previsto un corso analogo in primavera durante il quale verrà realizzato un film tratto da 'Black Dog, Red Dog' di Stephen Dobyns. 



Durante l'incontro di sabato scorso, ogni singolo componente del gruppo ha letto ad alta voce la propria sceneggiatura, tra le parole di incoraggiamento di James che non ha comunque lesinato critiche e consigli sulle scene da girare, gli attori da scegliere, le luci da usare e le scene di sesso: "Non avete bisogno del nudo, ora. Basta usare dei boxer o qualcosa del genere", ha detto ridacchiando. Appena dopo le 9 la lezione si è conclusa: "Va bene," ha detto "Qualcuno vorrebbe andare a bere questo punto.", ironizzando sul fatto che fosse sabato sera.

fonte New York Times

mercoledì 21 settembre 2011

James Franco in General Hospital: la clip dell'atteso ritorno

Il ritorno di James Franco a General Hospital - nell'episodio andato in onda ieri sulla ABC - è all'insegna dell'autocitazionismo: un cadavere sul pavimento (ehm, questo magari no), una tana del lupo piena zeppa di strizzate d'occhio a Franco (quello vero), una scimmia di pezza e... il Mago di Oz. Non è difficile capire perchè James si diverta parecchio a tornare sul set della soap.


AGGIORNAMENTO 13.01.12: aggiunte clip dalle puntata del 12/13 novembre. Guardala dopo il salto.

sabato 17 settembre 2011

LA RECENSIONE: L'alba del Pianeta delle Scimmie

Regia: Rupert Wyatt
Anno: 2011
Con: James Franco, Freida Pinto, John Lithgow, Andy Serkis, Brian Cox, Tom Felton



Trama: L'arroganza dell'uomo provoca una catena di eventi che è la causa dell'intelligenza delle scimmie e di un cambiamento nel nostro ruolo di specie dominante il pianeta. Caesar, la prima scimmia intelligente, viene tradita dagli uomini e si ribella per condurre la propria spettacolare razza alla libertà e alla resa dei conti con l'Uomo.

Abituati ai pachidermici blockbuster con molto kaboom! e poca sostanza, davanti agli appena 100 minuti de L'alba del Pianeta delle Scimmie, c'è di che rimanere piacevolmente colpiti, soprattutto quando questo è a favore dell'economia del film e della sua  riuscita. L'atteso prequel di una delle saghe cinematografiche più seguite di sempre, è infatti, al di là di ogni più rosea aspettativa, perfettamente centrato.  Lo è nel portare avanti la tesi palesata sin dalla locandina - l'evoluzione diventa ribellione - e lo è ancora di più nel rinnovare un immaginario cinematografico quasi impossibile da scalfire, anche tra chi conosce distrattamente 'Il Pianeta delle Scimmie'. Lo scienziato Will Rodman, al lavoro su una cura per l'Alzheimer - malattia di cui è affetto anche suo padre - finirà con l'avvicinarsi al mondo che manipola per i "suoi" scopi (o per una causa più alta, decidete voi), portandosi a casa un cucciolo di scimmia, Caesar, che presto rivelerà doti inaspettate. Attualissimo nei contenuti, il film di Wyatt è un action che non disdegna il dibattito politico ed etico sulla sperimentazione, partendo dalla storia e concedendosi l'effetto speciale solo quando strettamente necessario: e una sequenza – mozzafiato – come quella sul Golden Gate Bridge può funzionare e rimanere impressa nella memoria solo partendo da tali presupposti. Ma il cuore pulsante di questa "Alba" è tutta nelle scimmie digitali, a partire da Andy Serkis, che presta corpo e anima a Caesar con risultati a dir poco incredibili. Insieme a lui, un vero e proprio esercito di primati che acquista una consapevolezza che difficilmente dimenticheremo presto. 


E in un film tenuto in piedi principalmente dalle scimmie, anche il cast "umano" non è da meno. John Lithgow è il cavallo di razza di sempre, infondendo sensibilità in un uomo che sfiorisce di fronte al proprio destino; James Franco, a suo agio nel gestire le contraddizioni del personaggio, è l'eroe contemporaneo che non ha bisogno di diventare "super", funzionando alla grande in tutti i duetti con Caesar; Tom Felton è un bad ass credibile e insopportabile al punto giusto. Discorso a parte per Freida Pinto, certamente non aiutata dalla sceneggiatura, che si candida invece ad essere un gigantesco misunderstanding riuscendo ad essere completamente catatonica anche nelle poche scene in cui ha spazio: se vi state chiedendo se Motion Capture e CGI potranno mai sostituire gli attori in carne ed ossa, la risposta è sotto i vostri occhi.

Recensione di Sonny in esclusiva per JAMESFRANCOITALIA

giovedì 15 settembre 2011

Everything you need to know about James Franco in Venice

So, international readers from the blog, this is for you! JAMES FRANCO ITALIA bring you an exclusive review of James' work at the Biennale. Our friend and correspondent Chiara Fasano was in Venice and now is here to talk about 'Sal' movie, 'Rebel' installation and the round table about Nicholas Ray's movies. You can read all of this (and much more) after the jump.



mercoledì 14 settembre 2011

James Franco & Gus Van Sant al TIFF: il video

James Franco e Gus Van Sant partecipano al Toronto International Film Festival per presentare il progetto "Memories of Idaho". Guarda il video integrale dell'incontro.

Seth Rogen debutta alla regia con James Franco



Al Toronto International Film Festival per promuovere "Take This Waltz" e "50/50", Seth Rogen ha avuto modo di parlare del suo primo film da regista, "The Apocalypse", le cui riprese dovrebbero iniziare il prossimo febbraio. Ispirato al cortometraggio "Jay and Seth vs. The Apocalypse", scritto dallo stesso Rogen insieme al fido Evan Goldberg (Strafumati, Superbad), "The Apocalypse" sarà una commedia horror su un gruppo di amici bloccati in casa mentre fuori si compie l'apocalisse. Definito come un soggetto bizzarro e altrettanto personale, il film vedrà la collaborazione di alcuni dei migliori amici di Rogen: Jay Baruchel, Jonah Hill e James Franco. "Interpreteremo letteralmente noi stessi", ha detto Rogen. Incontratisi sul set della serie "Freaks and Geeks", Rogen e Franco hanno poi lavorato insieme nella commedia "Strafumati". 

fonte yahoo

James Franco sul prossimo numero di FLAUNT

photo courtesy of Adarsha Benjamin/analogdreamscape

Adarsha Benjamin, già fotografa ufficiale sul set di 'Rebel' e autrice del recente photoshoot per Autre, è di nuovo al lavoro con James per un servizio fotografico che verrà pubblicato su FLAUNT di ottobre. Nella foto, uno scatto dal dietro le quinte.

martedì 13 settembre 2011

Incontri ravvicinati del Franco tipo: appunti veneziani di James Franco Italia (Parte III)

La nostra inviata Chiara Fasano, torna un'ultima volta sul luogo del delitto per raccontarci il suo incontro con James Franco e parlarci in esclusiva del round table dedicato al cinema di Nicholas Ray. Non perdetelo!

Tornata a casa, ecco, come promesso il racconto del mio 'giorno veneziano'. Il 3 settembre purtroppo non ho avuto modo di vedere James in passerella, non potendo restare a Venezia fino a mezzanotte a causa del trasporto pubblico inesistente; il 4 settembre, in compenso, è stato un giorno meraviglioso. Arrivo al Lido verso le 10.30, sapendo che la conferenza stampa di 'Sal' è alle 12.00 e che il red carpet di 'We Can't Go Home Again' è fissato per le 14.30. Considerando che alle 19.30 ci sarebbe stata la passerella di Al Pacino e che c'era già gente ad aspettarlo, ho preferito prendere i posti per James dalla mattina. Inutilmente. James la passerella alle 14.30 non l’ha più fatta. Ma torniamo alla mattina. Verso le 11.30 mi sistemo davanti al palazzo del Casinò. Apro tutti e quattro gli occhi (i miei miopi più gli occhiali da sole graduati) e guardo ogni polso nelle mie vicinanze per cercare i cinturini "James Franco Italia" stampati da Sonny, ma non trovo nessuno. (Ripeto, la prossima volta ci organizziamo meglio).
 
A quell'ora è prevista la conferenza stampa di un film russo. Ma i russi ci danno buca. Devo dire che nessuno ne ha sentito la mancanza, con tutto il dovuto rispetto. Arrivano le 11.45 La febbre comincia a salire. 11.50 Le gambe cominciano a tremare. 11.55 Oddio solo cinque minuti! 12.02 circa, il primo grido di un fotografo dall'imbarcadero: JAMES! VAL! Eccoli, sono qui! Io però non vedo ancora niente, perché mi trovo vicino all'ingresso del palazzo. Passa qualche minuto e finalmente lo vedo. Gira l'angolo. Vedo prima i suoi riccioli, poi gli occhiali Gucci, poi quelle labbra fantastiche piegate in un sorriso, quei denti perfetti. E' alto, elegante, ha una classe che non mi aspettavo, giacca e pantaloni neri, camicia bianca, niente cravatta. E' stanco, sembra si sia appena alzato dal letto: non cammina, si trascina. Ma è comunque gentile e disponibilissimo. Firma autografi a TUTTI. (Non lo fa quasi nessuno all’arrivo in conferenza, di certo nessuno ne firma così tanti). Arriva proprio davanti a me, firma così sulla mia moleskine: 'JF <3' e passa oltre. 

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Continua a firmare autografi e… cosa vedo? Inizia a fare fotografie con i fans. Ma no! Io non gliel'ho chiesta per non dargli fastidio! Ma che stupida! Finisce di firmare e si dirige verso l'ingresso. Allora penso: o la va o la spacca, carpe diem! Urlo. Lo chiamo: "JAMES, A PICTURE PLEASE!" Lui mi sente, si gira e corre verso di me, dicendo: "Ok, but only if it's ready" (la macchina fotografica, intende) e, in italiano: "Uno, Due". E io: "Yeah, it’s ready, uno". Mentre scatto lui sussurra: "ok, ok, ok, ok… perfect". "Thank you so much James, you’re great!" E lui mi rifà quel sorriso assurdo: "You’re welcome!"



Tutta contenta e saltellante torno verso la passerella, dove c'è mia madre, incazzata nera e che mi odia perché ha tenuto il posto inutilmente, visto che nel frattempo hanno saputo che James non farà la passerella, e per di più non l'ha nemmeno visto all'imbarcadero. Ma nel giro di una mezz'oretta mi perdonerà perché, dopo un po', verso l'ora di pranzo lo vediamo insieme a Val Lauren in giro per il viale, da soli, tranquilli che si dirigono verso il ristorante in cui, per la cronaca, il giorno prima siamo andate noi. Tempismo perfetto, eh!?

Alle 14.30 grande dilemma: vado alla proiezione di 'We Can’t Go Home Again' o mi dirigo direttamente verso il Palazzo del Casinò, dove alle 17.15 ci sarà la tavola rotonda sul cinema di Nicholas Ray? Mi rendo conto che è una pazzia andare lì tutto quel tempo prima, ma in fondo ci tengo troppo ad assistere. Se poi aspetto la fine della proiezione e arrivo tardi al Casinò e non trovo un posto decente? O peggio, non trovo più posto? Dopotutto il film di Ray posso sempre vederlo a casa, invece James non potrò mai ascoltarlo a casa mia (eh no, la vedo dura!). Quindi vado al Casinò, terzo piano. C'è ancora la conferenza di Al Pacino. Aspetto...

lunedì 12 settembre 2011

Postcard from TIFF



Proprio nel pomeriggio aveva confessato la sua passione adolescenziale per i maglioni a righe, in onore di River Phoenix, ma a quanto pare questi non hanno mai abbandonato il suo guardaroba. Ecco che ne sfoggia due (di Gucci) ai party di Vanity Fair e della rivista Bad Day, e quello organizzato per il film "Killer Joe" di William Friedkin, che hanno animato la serata di ieri al TIFF. Onorati gli eventi mondani di rito, James è partito nella notte per essere sul set di 'OZ', a Detroit, alle 5 di questa mattina.

domenica 11 settembre 2011

Pillole franche #8 (TIFF edition)


- Bagno di folla, come da copione. 

- "Avevo 13 anni e noleggiavo 'Belli e Dannati' in continuazione. C'era qualcosa in quel film che mi rapiva: l'estetica, i temi trattati, l'idea di una famiglia alternativa, l'incredibile interpretazione di River Phoenix e persino i vestiti. Ricordo ancora quando cercavo di vestirmi come River, indossando maglioni di mohair a righe con sotto una maglietta dal collo a V, jeans neri e stivali. Tutto ha avuto un'influenza incredibile su di me e sul mio senso artistico." Queste le parole con cui James ha introdotto 'Memoires of Idaho' durante l'incontro tenutosi questo pomeriggio al TIFF.

- Parlando dei progetti futuri, James ha dichiarato di avere in cantiere una trasposizione cinematografica di "Child of God" di Cormac McCarthy. Il già annunciato "Blood Meridian", sempre tratto da un romanzo di McCarthy, è invece momentaneamente accantonato per "vari motivi".

- Molte le domande fatte, inclusa una frivolissima sui suoi gatti Sammy e Zelda. "Sono dei tipici gatti d'appartamento newyorkese, ma ho dovuto portarli con me sul set di 'OZ' perchè starò lì per molto tempo (fino a dicembre, ndJFI). Sammy è stato male durante il viaggio, ma ora si trova benissimo a Detroit."

- Durante il suo intervento James ha notato una fan nel pubblico che teneva in mano delle sue creazioni artistiche: un ritratto fatto di filo, un collage di ritagli di giornale e un dipinto ispirato alla locandina di "127 Ore". Finito l'incontro James ha voluto incontrarla, disposto ad acquistare i suoi lavori. La fan è Macy (qui il suo tumblr).

James Franco su Wooooo magazine #7



Il magazine Wooooo dedica la cover del nuovo numero ad un James Franco in versione body painting fotografato da David Benjamin Sherry. Nata a New York due anni fa e considerata come la versione indie di 'Interview', Wooooo è completamente gratuita ed è diventata in breve tempo un vero e proprio oggetto di culto. Il #7 (lo potete ordinare qui), lanciato in questi giorni, contiene anche un'intervista di Leo Fitzpatrick.

sabato 10 settembre 2011

Gus Van Sant parla della collaborazione con James Franco

L'incontro con James Franco e Gus Van Sant previsto oggi al TIFF è stato posticipato a domani, domenica 11 settembre, a causa degli impegni di James, ancora a Detroit sul set di 'OZ'. Intanto, Van Sant, presente al Festival per promuovere il suo ultimo film, 'Restless', con Mia Wasikowska e Henry Hopper, ha parlato della loro collaborazione:

"James ritiene che 'My Own Private Idaho' sia stato determinante nella decisione di volere diventare un attore."



Un amore cinematografico, lo sappiamo, che nasce da lontano e che James ha voluto celebrare con 'Memories of Idaho', costola del progetto 'Unfinished', la mostra di Van Sant inaugurata alla Gagosian Gallery lo scorso febbraio. 

"Dopo avermi riempito di domande sul film, ha saputo del girato inedito di 'Idaho' mentre eravamo insieme sul set di 'Milk', e ha voluto ad ogni costo vedere tutto. Dopodichè me ne ha chiesto una copia perchè aveva in mente qualcosa. In un primo momento non ne ero affatto convinto, ma ogni volta che mi portava del nuovo materiale pensavo che stata uscendo fuori un buon lavoro ed era giusto andare avanti. Non avrei mai pensato che quel materiale potesse servire a qualcosa finchè James non ha deciso di lavorarci su."

venerdì 9 settembre 2011

Sal, Rebel: appunti veneziani di James Franco Italia (Parte II)

 >> Parte I

Continuando per un percorso - credo - obbligato, perché proprio accanto all'installazione di Douglas Gordon, accedo alla seguente video installazione: due schermi televisivi, uno di fronte all'altro, all'aperto questa volta, su cui passano due corti diretti da James. Sul primo, Through the Fence scorrono immagini di cavalli, buoi e tori che corrono in libertà in quello che sembra un maneggio. Nessun dialogo e in sottofondo solo musica rock che, però, è possibile ascoltare solo con delle cuffie. L'altro si chiama Cattle. Questo somiglia più a un documentario. Stesso maneggio di prima, solo che qui i tori non corrono liberi, ma ci sono degli uomini che li catturano, li legano e... li castrano. Tutto ciò è intervallato da interviste a queste persone, fiere del loro lavoro, che tramandano da generazioni. Dopo di che tolgono loro le interiora (si vede TUTTO eh!) e le cucinano. Ad essere sincera, qualche immagine mi ha leggermente disturbata. Il video finisce con James sulla sua sedia da regista che mangia quelle interiora e sorridente dice: "it's good!". Concedetemi un sonoro MAH!



Camminando ancora un po' per questo paesaggio bucolico (anche troppo) e puzzolente, per via delle capre immagino, arrivo all'ultimo edificio, la Casa dell'Ortolano. Al piano terra non c'è nulla, quindi salgo le scale e trovo una stanza vuota in cui su tre pareti ci sono tre schermi. Per il momento solo su due sono proiettate delle immagini, il terzo è spento. Su uno c'è un fermo immagine: una tipica 'route' americana super assolata. Si chiama Rebel Walk e la regia è di Aaron Young. Su quello di fronte, The Blind Run di Ed Ruscha, lo stesso Ruscha è seduto a un tavolo e legge un copione. Dissolvenza e lo schermo di divide orizzontalmente in due parti, su quella superiore un elicottero con dentro James, Agyness Deyn e un'altra persona (già, si tratta del set del photoshoot pubblicato su ELLE) e su quella inferiore i tetti di Los Angeles visti dall'alto. Queste immagini si alternano fino alla fine a quelle della lettura del copione da parte di Ruscha. Finito questo video lo schermo si spegne e l'immagine su quello di fronte cambia. Appare un'automobile in posizione verticale (quella che abbiamo già visto in diverse fotografie). Improvvisamente l'auto precipita e finisce sottoterra. Così termina il video di Young. Immediatamente dopo entra in funzione il terzo schermo. E' Caput di Armony Korine. In un parcheggio ci sono James, vestito con una maglietta su cui è stampata la faccia di Sal Mineo e un ragazzo mascherato che sulla maglietta ha James Dean. Girano in bicicletta insieme a tante ragazze. Nella scena successiva sono tutti in piedi. Le ragazze si spogliano e sono completamente nude. Si dispongono in due gruppi distinti, uno di fronte all'altro, l'uno capeggiato da James/Mineo, l'altro dal RagazzoMascherato/Dean. Ralenti e la lotta comincia. Hanno tutti in mano un machete e si massacrano l'uno con l'altro tra spargimenti di sangue. Come finisce? Con un James/Mineo trionfante che ha in mano la testa del RagazzoMascherato/Dean. E qui l'installazione si conclude.



Come per ogni opera d'arte, cerco di spiegarmi il significato. Parto dal titolo, "Rebel". Il video con Henry Hopper e quello sulla castrazione dei tori hanno come protagonisti dei soggetti "ribelli" per definizione che in qualche modo vengono frenati: l'adolescente da una sorta di mano invisibile che gli procura una sofferenza profonda e gli animali, in modo più fisico, dalla mano dell'uomo. Alla natura ribelle viene, dunque, imposto un limite dall'esterno. Lo stesso limite che stronca le esistenze di due ragazzi nel pieno delle loro rispettive vite e con davanti un universo di possiblità. Sto parlando di Brad Renfro e Sal Mineo. Ragazzi. Gioventù, quella tanto cara al Nicholas Ray di 'We Can't Go Home Again' e 'Rebel Without A Cause'. "Rebel", per l'appunto. Le lotte tra gang di 'Gioventù Bruciata' vengono riproposte in un modo altrettanto tragico, forse più crudo perché totalmente attuale, nel video di Harmony Korine. Il tutto è presentato in un'ambientazione curiosa. In quell'ora di attesa con il ragazzo tedesco ci siamo chiesti: ma perché non hanno scelto un posto più "civile"? Sarebbe andato bene anche un palazzo in cui magari posizionare gli schermi in diverse stanze. Ora però mi rendo conto che il setting è fondamentale e funzionale all'installazione, perché, così come i soggetti dei filmati, anche i luoghi sono ribelli, caotici, senza particolari criteri geografici, senza confini delimitati.

articolo scritto da Chiara Fasano in esclusiva per JAMES FRANCO ITALIA

giovedì 8 settembre 2011

James Franco partecipa al progetto 'Made in Polaroid"

Ricordate le foto con Agyness Deyn scattate da alcuni fan al Six Flags Magic Mountain? Pensavate che James fosse lì a divertirsi sugli ottovolanti? Ovviamente no: scattava foto per il nuovo progetto collettivo 'Made in Polaroid', attualmente esposto ai Milk Studios di New York fino al 13 settembre. La mostra, a cui hanno partecipato 50 artisti con altrettante creazioni composte solo da polaroid, include anche un lavoro di James intitolato appunto "Magic Mountain". A partire dal 14 settembre tutte le creazioni in esposizione verranno messe all'asta da Phillips de Pury & Company per raccogliere fondi a favore di bambini con alle spalle famiglie disagiate e promuovere un programma di recupero che include anche l'educazione artistica. 

>> clicca per vedere l'immagine ad alta risoluzione di 'Magic Mountain'

mercoledì 7 settembre 2011

Sal, Rebel: appunti veneziani di James Franco Italia (Parte I)

Come promesso, JAMES FRANCO ITALIA vi porta dentro la Biennale grazie alla nostra inviata Chiara Fasano che commenta in esclusiva per noi i progetti presentati a Venezia da James Franco: Sal e l'installazione Rebel.


Eccomi qua, a raccontarvi l'epopea di quest'oggi. Arrivo a Venezia, prendo il vaporetto linea 42 e chiedo gentilmente all'autista se - tra la fermata Sant'Elena e Ospedale - si ferma alla Certosa, che non è prevista tra le fermate ordinarie, ma è possibile arrivarci solo su richiesta: spingi un pulsante che fa accendere un semaforo che in qualche modo avvisa il vaporetto della tua presenza lì. In ogni caso, arrivo all'Isola, che dal di fuori somiglia in modo inquietante a Shutter Island, con tanto di mura di cinta (dal di dentro, anche peggio, ma andiamo per gradi). Fuori trovo il cartellone di 'Rebel' e una piantina con gli edifici dell'installazione, in tutto quattro. (Non ho potuto fare foto perché non c'è nulla di "fisico". Si tratta solo di video installazioni ed è proibito fare foto o filmare.)

Entro. L'Isola della Certosa misura 2500 mt2 tra terreno ed erbacce incolte (un posto più civile no, eh?). Capre e mufloni circolano indisturbati (non sto affatto scherzando, e non è nemmeno parte dell’installazione). Sembra un pezzo di terra dimenticato da Dio e dagli uomini, se non per un bar e diversi magazzini dove operai provvedono alla manutenzione di varie imbarcazioni. Trovo il primo edificio, il Casello delle Polveri, dove dovrebbero essere proiettati 'Sal', 'We Can't go Home again' e 'Brad Renfro Forever'. Giro la maniglia della porta. Chiusa.

Oddio, e ora che faccio? Giro un po' intorno e non c'è anima viva. Dopo un po' mi viene incontro un ragazzo, che poi scopro essere tedesco, lì per ‘Rebel’, disperato perché tutti gli edifici sono chiusi. Facciamo un sacco di telefonate agli uffici della Biennale e dopo circa un'ora, arriva un uomo con delle chiavi, il quale dice, come fosse la cosa più ovvia del mondo: "Qui è tutto chiuso, perché non è ancora stato aperto". COSA!? Mi sembra il teatro dell'assurdo. In Italia prima di avviare qualcosa ci vuole un periodo per carburare. Dopotutto 'Rebel' apriva il 5 settembre, siamo solo al 7, che diamine! Comunque, stendiamo un velo pietoso ed entriamo al Castello delle Polveri. Di 'We Can't go Home again', nemmeno l'ombra, ma almeno ci sono 'Sal' e 'Rebel'.



Sal è un gran bel film. E' il racconto di una giornata come tante altre di un ragazzo che vede finalmente la vita sorridergli: uno spettacolo teatrale imminente, il primo film da regista accettato dalla produzione. La regia di James (che strizza l'occhio ai maestri del realismo) accompagna con primi piani serrati tanti gesti quotidiani. Sal si esercita in palestra (la camera indugia a lungo sui muscoli scolpiti di Val Lauren, attore eccellente per la cronaca), fa colazione, fa qualche telefonata, esce di casa e con la sua coupé va a prendere un amico (forse compagno) per una nuotata in piscina e una seduta di massaggi. Tutte le volte che Sal gira in macchina parte una canzone fantastica, una voce di donna che somiglia a Ella Fitzgerald, forse è proprio lei. Ogni volta la scena rallenta, l’inquadratura si sgrana, gli oggetti si confondono. Vediamo il fumo della sigaretta di Sal, le sue labbra, i suoi occhi, le mani sul volante. Sono scene piene di poesia e di una sensibilità fuori dal comune. Ho pensato a Sofia Coppola, Cassavetes, Wong Kar Way... i miei momenti preferiti del film. La giornata prosegue. Sal chiama degli amici per invitarli al suo spettacolo a teatro, battibecca ironicamente con la domestica e quando un amico gli dà buca per la sera preferisce andare a teatro, per provare le sue battute. Ecco la scena più lunga del film (non condivido affatto quei critici che dicono che avrebbe dovuto tagliarla di più; io ho adorato questi piani sequenza interminabili, li ho trovati perfetti per il film). Arriva Jim Parrack, l’altro attore della commedia e il nostro James, che li dirige in scena. Piccola chicca: James appare sempre e solo di spalle, non gli si vede mai il volto, si sente solo la sua voce. Finite le prove Sal si rimette in macchina e torna a casa, felice, soddisfatto, pieno di speranze, mentre quella canzone incantevole e quelle luci magnifiche riempiono la scena. Ma qualcos'altro lo aspetta nel suo garage. Qualcun altro, un rapinatore con coltello in mano. E il resto è storia.

Al piano superiore si entra nel vivo di Rebel con il cortometraggio Brad Renfro Forever, sempre diretto da James. E' un mini-documentario fatto di interviste a James stesso (vi ricordate quei filmati di youtube dove James aveva un cagnolino nero in mano e parlava di Brad?), a Jim Parrack e Scott Haze. Queste interviste si alternano alle immagini del giorno dell'incisione. James discute con il suo "tatuatore" su come sarà, fanno diverse prove su un foglio. In origine la scritta doveva essere 'Brad Forever', ma poi hanno optato semplicemente per Brad. Durante l'incisione James non batte ciglio. Soffre tantissimo e si vede, i primissimi piani non mentono, ma soffre in silenzio. Finito il lavoro i suoi occhi dicono: "ok, ora vomito". Invece si alza, sorride e abbraccia l'artista. Il video finisce così. 



Poi mi sposto in un altro edificio, la Centrale Elettrica, dov'è proiettato Henry Rebel Drawing and Burning. Diretto da Douglas Gordon, ha come protagonista un incredibile Henry Hopper, su un palco che, mentre si spoglia, urla e si contorce come se qualcosa di invisibile lo stesse torturando. Il video va avanti così per più di un'ora e termina con Henry che, con un pennarello rosso, si disegna delle linee sul corpo...

(continua)

martedì 6 settembre 2011

Gus Van Sant & James Franco, 'Memories of Idaho' al TIFF

Nel 1991, Belli e Dannati di Gus Van Sant - insieme con il suo attore protagonista River Phoenix - ha avuto un enorme impatto culturale, anche su un giovane attore in erba di nome James Franco. Ora per Franco è arrivato il momento di restituire il favore. Come un tassello del suo personale percorso formativo nelle arti visuali, ha collaborato infatti con Van Sant per creare Memories of Idaho, una meditazione in immagini che tributa uno dei capolavori seminali del cinema indipendente americano. Dell'opera fanno parte due nuovi film che verranno proiettati, in sequenza, in una sala buia e anonima che richiama alla memoria i luoghi per le riunioni degli Alcolisti Anonimi.



Il primo film, My Own Private Phoenix, è un lungometraggio (101 min.) composto da scene tagliate e alternative che ruotano attorno all'interpretazione di River Phoenix. Il secondo, Idaho (30 min.), proviene invece da una delle tre sceneggiature che Van Sant ha utilizzato per creare il film originale ed è un mediometraggio girato in Super-8 con protagonisti alcuni prostituti di Portland. Personaggi di strada che hanno direttamente ispirato Belli e Dannati.

Tutto questo accadrà sabato 10 settembre durante un incontro organizzato al Toronto International Film Festival a cui parteciperanno sia Van Sant che James Franco.

James Franco a Venezia: video gallery

Non eravate a Venezia o volete semplicemente rivivivere gli eventi clou del weekend franco appena trascorso? Non perdete questa galleria di video.

Red Carpet per la premiere di 'Sal'


La proiezione di 'Sal'



lunedì 5 settembre 2011

Arrivederci James!

photo courtesy of Adarsha Benjamin

E con questo bellissimo scatto di Adarsha Benjamin - che ha seguito James per tutta la durata della Mostra armata di telecamera e macchina fotografica - chiudo (almeno per il momento) la lunga parentesi veneziana. Era solo marzo quando, ancora con mille punti interrogativi, ipotizzavo l'arrivo di James Franco alla Biennale; ed è successo davvero con un confluire inaspettato di progetti che hanno reso questa parentesi italiana unica e probabilmente irripetibile. Ringrazio quindi chiunque abbia partecipato attivamente al blog in questi giorni, spingendomi con piacere a rilasciare aggiornamenti costanti e - concedetemi un po' di sana autocelebrazione - tutti quelli che soprattutto ieri hanno permesso a James Franco Italia di sfondare il tetto delle 1000 visite. Grazie. Davvero.

L'inaugurazione di Rebel all'Isola della Certosa

Dopo Sal, passiamo a Rebel, progetto legato a Biennale Arte di cui abbiamo abbondamente parlato nei mesi scorsi, presentato da James Franco proprio durante le giornate veneziane e in esposizione all'Isola della Certosa fino al 27 novembre. Sabato si è tenuta la blindatissima inaugurazione, a cui James, in versione casual e visibilmente più rilassato, ha partecipato insieme a Douglas Gordon, uno degli artisti che ha collaborato alla realizzazione dell'installazione ispirata dal film "Rebel Without a Cause". Dopo il salto, troverete alcune immagini della serata.


domenica 4 settembre 2011

James Franco a Venezia: la parola a voi lettori

Ciao ragazzi! Vi scrivo per dirvi che a mezzanotte precisa ho realizzato uno dei miei desideri.. Ho incontrato fuori dalla festa di Gucci il nostro beniamino.. Stava uscendo solo soletto, l'ho fermato e gli ho chiesto se potevamo farci una foto, lui ha accettato e subito dopo la foto mi ha detto "good night!" Appena torno a casa posto la mia foto!! Era solo quindi ho avuto molta fortuna, era anche stanco però é stato disponibile come sempre.. E concedetemelo.. Era stupendo in smoking!!! @Sara
 
Ciao a tutti! Oggi è stata una giornata pazzesca. Ho beccato James all'arrivo in conferenza (ci siamo fatti una foto insieme), in giro per il lido con Val Lauren direzione ristorante e dulcis in fundo, ho assistito alla tavola rotonda in prima fila e James, riconoscendomi dalla mattina mi ha sorriso e detto: HI! Ora sono stanca-morta-distrutta. Nei prossimi giorni scriverò un resoconto completo di questa giornata increbile e lo pubblico. @Chiara



Devo condividere la mia immensa gioia!!! Sono stata a Venezia in questi giorni e stamattina ho potuto ammirare James in tutto il suo splendoreeeeeee! Solo una parola: FANTASTICO! E' arrivato a mezzogiorno per la conferenza di Sal e sia all'entrata che all'uscita è stato disponibilissimo e carinissimo con i fans, firmando autografi e facendo foto con tutti!! Felicissima e super soddisfatta per aver vissuto questa esperienza! ps.. i braccialetti hanno funzionato.. alla fine tra fans ci siamo incontrate! @Camilla

Io c'ero all'anteprima... devo confessarvi che, un po' per l'ora tarda e un po' per la lentezza del film, ho dormito per gran parte della proiezione. Ogni tanto però mi svegliavo e mi giravo per controllare se James se ne fosse accorto... Poi oggi l'ho beccato che camminava per strada con Val Lauren senza guardie del corpo e senza nessun altro fan! Ma mi sentivo ancora in colpa e non me la sentivo di chiedergli un autografo... @Mando

Sal, il video della Press Conference e le foto dell'arrivo in Sala Stampa

Per chi avesse perso la diretta, La Biennale Channel pubblica il video integrale della conferenza stampa di Sal. Dopo il video troverete anche alcune immagini dell'arrivo in sala stampa.


Sal, la conferenza stampa



"In un'epoca in cui tutto può essere letto su wikipedia, abbiamo voluto dare al pubblico qualcosa che solo la recitazione può creare, cercando di restituire la dimensione intima di Sal Mineo". Esordisce così James Franco durante la conferenza stampa di Sal appena conclusa al Palazzo del Casinò, motivando una scelta narrativa che non ha mancato di dividere pubblico e critica. Alle domande sullo stile del suo film, James ha risposto invece citando Gus Van Sant come principale fonte di ispirazione, nei tempi dilatati delle sequenze, ma non nell'ossessione per i primi piani che, dice, sono il frutto di un personale interesse per i volti e le espressioni delle persone. Avvicinatosi alla figura di Sal Mineo mentre recitava il ruolo di James Dean nell'omonimo biopic del 2001, James ha voluto girare questo film per "mettere a posto il suo ricordo", macchiato dalle illazioni sulla sua morte e i pregiudizi che ne hanno stroncato la carriera. "Sono mortificato", ha detto "che un talento come il suo non abbia avuto la possibilità difar conoscere la sua arte". A proposito dell'esperienza come regista, James ha sottolineato la piena consapevolezza di far parte dei meccanismi di Hollywood e di ritenersi quindi fortunato per avere la possibilità - anche grazie alle nuove tecnologie - di potersi esprimere attraverso storie più personali e che raramente vengono affrontate nei film ad alto budget.

Sal alla 68. Mostra del Cinema: l'accoglienza della critica

In attesa di conoscere i commenti del pubblico (e siete invitati a farlo se ieri eravate alla premiere), ecco le primissime recensioni da parte della stampa. Sal è piaciuto? Scopritelo con la Rassegna Stampa di James Franco Italia.

La scommessa è vinta a metà: Franco sa dove mettere la macchina da presa, ha sensibilità psicologica, intuisce quali sono i momenti capaci di restituire del protagonista il carattere, il sommerso, la profonda gioia di vivere; segue una sua poetica, lavorando molto sulle superfici e sui riflessi, nell'intenzione di raccontare la realtà come davanti a uno specchio, convinto che l'immagine della realtà sia insieme enigma ed indizio per il suo disvelamento. Tra il descrivere e il decrittare Franco però finisce per sacrificare proprio Mineo che, al netto di ogni mitologia, finisce per somigliare a un uomo qualunque. (cinematografo.it)

James Franco, alle prime armi come regista indipendente, ha una chiara idea di quello che vuole esprimere e trasmettere. Ma la sua volontà, il suo fascino verso la vita di Mineo si impantana in un giro di ore, raccontate con una lentezza troppo intimista. (nonsolocinema)
Chiaramente ispirato da Gus Van Sant e il suo Last Days, assistiamo agli ultimi momenti della vita quotidiana di Mineo con una certa tensione. Purtroppo però, nonostante l'impegno e l'empatia che Franco riversa su Sal, ci sfugge il perchè Mineo avrebbe dovuto meritarsi un film biografico, persino uno così a basso budget come questo. (hollywood reporter)
Nonostante Sal sia lento e troppo lungo, cattura così bene le atmosfere di quel periodo che si possono tranquillamente perdonarne i difetti. Tutto appare come un evidente atto d'amore. (the film experience)
Senza essere un’opera citazionista, Sal penetra quello spirito con una passione e una dedizione senza limiti, non tanto nei confronti del cinema da cui sembra prelevare forza creativa, quanto nella ricerca di una verità intima sulla vita di Sal Mineo, in grado di essere tenera e oscena allo stesso tempo, come lo spirito di alcuni grandi cineasti fuori/dentro i confini di Hollywood. (indie-eye)

La premiere di Sal

Accompagnato da Val Lauren, protagonista indiscusso di Sal, James Franco arriva poco prima della mezzanotte sul red carpet che porta alla Sala Grande del Palazzo del Cinema per la premiere del suo nuovo film come regista dedicato all'attore Sal Mineo. Ancora una volta in completo Gucci e sempre disponibile con i fans, non si è risparmiato dal firmare autografi e posare per foto ricordo. Il film intanto divide la critica dopo la proiezione stampa. 

photo courtesy of gettyimages