mercoledì 29 agosto 2012

Search for the Real: Part 1



Sono stato una settimana a New York e ho visto alcune cose e lette altre che mi hanno fatto pensare ai modi in cui forme diverse di arte usano fantasia e realtà. Mentre l'estate si conclude, ho pensato di scrivere alcuni pezzi riguardo a queste diverse relazioni. La prima parte è solo la ristampa di una lettera che ho scritto ad un amico scrittore:

Caro R______,

Come stai? Sono seduto a bordo piscina in cima alla SoHo House a New York. Il tempo è bello, le cose vanno bene, e suppongo di avere una bella vita.

Sono felice ed orgoglioso di aver venduto la mia prima raccolta di poesie. La maggior parte consiste di poesie che ho scritto nell'arco dei tre anni trascorsi nel corso di poesia, in parte a distanza, al Warren Wilson College. Durante il mio tempo lì, Alan Shapiro e Alan Williamson mi hanno aiutato a ridefinire un po' il manoscritto, e dopo Tony Hoagland e Frank Bidart hanno fatto un sacco di modifiche pesanti, insieme a me, dopo che sono tornato a New York. La pubblicazione è piuttosto emozionante, ma mi fa anche sentire amorfo. Sono consapevole di fare molte cose. Cerco di prendere tutti questi sforzi sul serio, almeno quelli a cui tengo. Ma sono inoltre conosciuto principalmente come un attore -- o forse oggigiorno sono conosciuto in alcuni circoli come qualcuno che si diletta in tutto -- perciò ci si sente come se ogni critica che ricevo per ogni cosa che faccio sia sempre legata alla mia recitazione. Con il passare degli anni e trascorrendo sempre più tempo a lavorare su altre cose come la scrittura, penso che l'enfasi della mia carriera si allontanerà gradualmente dalla recitazione, sia ai miei occhi che agli occhi degli altri, ma per ora sto ancora cercando di capire le cose.

E quando guardo il libro di poesie, è un'esperienza divertente perché ora è il mio primo libro di poesie. E' così reale e definitivo. E' simile ad una persona alla metà dei suoi 20 anni o all'inizio dei sui 30 che guarda indietro alla propria vita fino ad ora e si rende conto che tutto quello che ha fatto si addiziona alla sua vita attuale. Il tempo dell'infanzia per immaginare cosa potrebbe diventare una vita o cosa potrebbe essere un libro è finito, sono state fatte delle scelte, e sono stati stabiliti temi e motivi, sia nella vita che nel proprio lavoro. Quindi credo che quello che sto dicendo sia, è un'esperienza divertente guardare i generi di cose che ho fatto e scritto finora perché sono gli elementi che mi definiscono come artista. Come giovane artista solitamente guardi con ammirazione altri artisti che ti piacciono e pensi, "Voglio essere un artista così," ma poi ti rendi conto che come vero artista potresti essere influenzato molto da altri artisti, ma aggiungerai sempre qualcosa di te stesso al miscuglio. Sempre. Anche in casi di diretta appropriazione, l'azione di selezione e ri-contestualizzazione cambia l'opera originale. Dunque quello che sto dicendo è che è divertente guardare me stesso adesso e accorgermi, "Oh, sono quell'artista. E' quello che faccio."

Ma è complicato per me, anche perché voglio impegnarmi in prima persona in tutto il lavoro che faccio, mentre allo stesso tempo mi piace che sia sollevato dall'aver bisogno di guadagnarmi da vivere con nient'altro che la mia recitazione. Quello che intendo è che non ho necessariamente bisogno di piacere come scrittore, o per lo meno non ne dipendo tanto quanto dipendo dal piacere come attore. Recito da più di sedici anni. Ci ho messo almeno un decennio ad ottenere un posto dove sono rispettato come attore; posso chiedere uno stipendio alto, e posso far decollare film artistici per il mio coinvolgimento. Gran parte di ciò dipende da una combinazione di parti, sia in film commerciali che artistici. Ora faccio solo film che mi interessano -- oltre al lavoro sul film di un amico come favore i giorni dispari -- ma sono sempre consapevole sotto sotto che interpretare Il Mago di Oz rende molto più semplice interpretare un sinistro rapper spacciatore di droga nell'indie dark di Harmony Korine, Spring Breakers; e che Oz mi rende possibile sia di permettermi di dirigere un film su di un necrofilo omicida (Child of God di McCarthy -- ho pagato io per il tutto) e ottenere il sostegno per As I Lay Dying, il racconto vorticoso di Faulkner sulla sepoltura di una famiglia della propria matrona, un libro che non è stato portato sullo schermo dalla sua pubblicazione più di 80 anni fa.

Quello che sto dicendo, è che se sto attento posso fare del lavoro che sia puro. Certamente voglio sempre comunicare agli altri -- questa è una delle ragioni principali per fare del lavoro -- ma non ho bisogno di definire i miei criteri per il successo in base a quante persone comprano la mia opera o comprano biglietti per essa. Non ho neanche bisogno di preoccuparmi dei critici perché in realtà non faccio nemmeno il lavoro per il riconoscimento. Ho avuto molti tipi di successo nei film: sono stato in enormi blockbuster, e sono stato in film che hanno vinto Oscar. Penso che in certi tipi di film il successo commerciale e critico sia importante, soprattutto se sono stati spesi centinaia di milioni di dollari, come Oz. Se Oz non sarà un enorme successo commerciale, penso che possa essere tranquillamente considerato un "fallimento"; i soldi che è costato farlo fissano la posta in gioco.

Ma libri o film su Hart Crane hanno sin dall'inizio una piccola possibilità di attrarre lo stesso tipo di interesse di massa che ha qualcosa come Spiderman, e in più sono fatti in modo tale che i critici saltino addosso alle loro anomalie come se un "buon" libro o film abbia una forma prescritta, omogenea e ogni deviazione sia solo mangime per i critici che cercano di sembrare come se stessero giustificando i loro ruoli di guardiani degli standard. Comunque, mi piacciono i critici -- a scuola tutto quello che facciamo è criticare ed analizzare -- ma non mi piacciono i critici superficiali, e questi tendono ad essere quelli che il mio lavoro attrae. Credo sia perché ero in Spiderman.

So che sei d'accordo con tutto ciò, ma è quello che avevo in testa mentre consideravo il mio libro di poesie.

autore: James Franco
traduzione: evaedmondo per James Franco Italia

6 commenti:

  1. Si dice spesso che JF abbia un ego smisurato, ma in questa lettera malinconica viene fuori una verità intima tutt'altro che da esibizionista.

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    1. La questione dell'ego nell'artista mi fa sempre sorridere, perchè, andiamo, a chi interessano gli artisti cosìddetti "umili"? Sono così noiosi :)) Guardare a se stessi è passare attraverso la propria distruzione e ricostruzione. A me interessa questo: la verità dell'artista che parte da una profonda riflessione e una sana consapevolezza. Certo, l'ego dovrebbe essere supportato da altrettanto spirito comunicativo e questo, come sappiamo, al nostro James non manca. Questa lettera è praticamente un testamento. Se ci si ostina a non volerlo capire, amen. Io lo dico sempre che quando smetterà di preoccuparsi di quello che scrivono su di lui, diventerà un'artista ancora migliore.

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    2. Ho l'impressione che questo "amen" JF l'abbia già detto a tutti quelli che lo giudicano dall'area gossippara e mi sa proprio che sia in procinto, con As I lay dying, di dare una bella sferzata anche alla categoria "critici snob" che ha ispirato la lettera.

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  2. Si infatti Sonny condivido appieno il tuo pensiero, ad esempio io non ho mai capito il perché James cerchi di giustificarsi continuamente per quello che fa, o ha fatto(almeno a me ha sempre dato questa impressione) lui è un Artista, qualunque cosa decida di fare, non importa quello che fa ma come lo fa.
    Appena ho aperto la pagina e ho visto il banner quasi mi prendeva un colpo! questo sicuramente è il suo profilo migliore :)

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  3. @anonimo, io credo lo faccia perchè in fondo è un insicuro e teme di essere frainteso. Prima o poi capire che spreca energie preziose a dar retta a tutto ciò che dicono di lui. Ahah il banner in effetti fa un certo effetto.

    @Daniele, eh ma il "critico snob" è pronto a giocare la carta "fa del cinema al di fuori della sua portata" :))

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    1. Hai ragione. La critica sarà anche il sale dell'arte, fa luce sui significati che i fruitori dell'arte spesso non comprendono (e che magari sono sepolti nell'inconscio degli stessi artisti) e conserva la memoria, ma è pur sempre corrosiva se eccede. James, please, fai quel film pensando solo a quello che provavi mentre leggevi quel libro pazzesco e geniale e lascia perdere le vecchie peppie! ;)

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