domenica 30 giugno 2013

Psycho Nacirema: il resoconto di 'James Franco Italia'



di Sonny

"Which role will you play?" C'è chi considera l'arte contemporanea un bluff, forse perché non stimola sinapsi immediate: troppa interpretazione, poca sostanza. Ma a quasi un mese di distanza, "Psycho Nacirema" continua a tornarmi in mente e ne scrivo ora, che ha avuto il tempo di sedimentare e appartenermi. Con me, il 6 giugno, Eva, storica lettrice e collaboratrice del blog. Ci ritroviamo al 6-10 di Lexington Street, una via anonima a pochi passi della ben più vivace Soho. Suoniamo il campanello che segnala la Pace Gallery e il gioco dell'immedesimazione ha ufficialmente inizio. Saliamo la scale e superata una pesante porta nera ci ritroviamo nell'American Psycho di James. Il colpo d'occhio ci lascia subito storditi: l'insegna luminosa del Bates Motel a dare il benvenuto insieme ad un inquietante suono di violino. Nel corridoio centrale, il portico con l'ingresso alle stanze. Entriamo nel foyer e un dipinto di Norman Bates impone subito la simbiosi col suo monologo interiore: è la scena finale del film, la follia lo ha sopraffatto, lui guarda noi e noi guardiamo lui. Nella parete di fianco il bancone, con sopra il registro delle firme, la prima delle videoinstallazioni presenti nella mostra. E' James travestito da Marion Crane che arriva al Bates Motel: siamo lui, siamo con lui e ci accompagna verso la stanza successiva. E' il soggiorno di casa Bates, ci sono animali impagliati, barocchismi, suppellettili, foto e sangue. Un proiettore trasmette l'incontro tra Marion e Norman e siamo spettatori indecisi sul chi volere essere. Sulla parete, due buchi. Spiare significa abbandonarsi, mettersi quasi in ginocchio in mezzo all'esposizione e fare i conti col proprio spirito voyeuristico. Diventiamo Norman e spiamo Franco/Crane che si spoglia e riproduce la scena della doccia. Anche questo video ha i frame rallentati, James tributa il 24 Hours Psycho di Douglas Gordon (curatore di questa mostra) e prosegue lo stesso discorso ribaltando il senso dell'immagine e offrendo a chi guarda nuove e soggettive suggestioni. La "stanza numero 1" dove Marion Crane si appresta a passare la notte, diventa invece un letto sfatto parafilico: enormi pupazzi violentati, maschere, dildo, l'intimo american apparel e accappatoi dello Chateau Marmont ricoperti di colore, versato come liquido seminale. Un video ci racconta cosa è successo, mentre sul pavimento e sulle pareti, scritto con la vernice rossa, il nome TEDDY, che è anche il nomignolo con cui veniva chiamato James da bambino. Nel percorso della mostra, la stanza diventa una nuova tappa negli abissi della psiche, tra perversioni nascoste e prese di coscienza. Il suono del violino è sempre più forte e arriviamo nel cuore del "Master" Bates Motel: il bagno. La suggestione è fortissima. Ci troviamo di fronte ad un'immagine scolpita dal cinema nella nostra mente e la stiamo vivendo in prima persona. E' il punto della mostra in cui i ruoli convergono e come in un gioco di specchi, bastano pochi passi per diventare ora Norman, ora Marion, vittima e carnefice. Nella vasca, un mucchio di paperelle gialle immerse nel sangue, un tocco ironico e grottesco che ha il sapore della perdita dell'innocenza. 



Il bianco accecante caratterizza anche la "stanza numero 2", l'ultima, dedicata all'attore Fatty Arbuckle e alla morte di Virginia Rappe, avvenuta tra le mura del St. Francis Hotel. La sua storia non sfigura tra le pieghe oscure del Bates. Al centro della stanza un letto e una scritta sul pavimento che invita a sedersi. I video proiettano le immagini di Fatty e Virginia, durante un party che termina con uno stupro. Rivediamo gli stessi personaggi nei video che riproducono quattro cortometraggi dell'era del muto. James interpreta Charlie Chaplin, Brian Lally è Fatty Arbuckle. E' interessante assistere alla dicotomia tra il fatto privato che ha cambiato per sempre la carriera di Arbuckle e il suo personaggio cinematografico (seppure reinterpretati). Ma più che dare risposte su chi fosse veramente Arbuckle, James "depersonalizza" ancora una volta le immagini con un ralenti che è l'esatto contrario del ritmo slapstick e la commedia assume un significato totalmente nuovo. La gag diventa ipnotica ed inquietante e ci si abbandona completamente alla visione. L'effetto di questa stanza (e dell'intera mostra) è ben descritto dall'insegna che si trova all'uscita: SO BEAT ME. Sì, James ha colpito, e ci spinge a fare i conti con le nostre nevrosi, le nostre deviazioni e paure inconsce. Emotivamente nudi, si torna in mezzo al traffico di Lexington Street: una doccia fredda. SI raccolgono i pensieri. Quale ruolo ci è piaciuto interpretare? Io ed Eva siamo poi tornati separatamente a rivedere la mostra, a calpestare la moquette del Bates, a cogliere nuove sfumature, a perderci ancora… o forse solo ad essere sicuri di potere fare ancora una doccia senza pericoli.

English version after the jump >>

venerdì 28 giugno 2013

Moving Pictures / Moving Sculptures: The Films of James Franco



Il prossimo 2 luglio James Franco sarà alla Pace Gallery di Londra, al 6-10 di Lexington Street, in cui è ancora esposta (fino al 3 agosto) la sua personale "Psycho Nacirema", per autografare le copie del libro dedicato alla mostra, intitolato "Moving Pictures / Moving Sculptures: The Films of James Franco". L'evento avrà luogo dalle 21.00 alle 22.00 e l'accesso è riservato ai soli possessori del volume, in vendita sempre presso la Pace Gallery a partire dalle 10.00 del 2 luglio stesso. Il pubblico entrerà in ordine di prenotazione. I primi ad avere accesso saranno i primi ad essersi presentati e sarà necessario mettersi in coda. Pertanto non è garantito l'autografo di James Franco sulle copie di chi non sarà riuscito ad entrare entro le 22.00.
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On Tuesday, July the 2nd James Franco will be at the Pace London Gallery, at 6-10 Lexington Street, where his art exhibit, "Psycho Nacirema" is showing until August the 3rd. He will be there to sign the copies of the exhibit catalogue, called "Moving Pictures / Moving Sculptures: The Films of James Franco". The event will take place from 9.00 to 10.00 pm and to gain access you must purchase the book, on sale at the Pace Gallery from 10.00 am on the same day. Access will be on a first come first saved basis and queuing will be necessary. Therefore James' signature is not guaranteed for those who will not be able to get in within 10.00 pm.

James Franco abbandona la produzione di 'The Garden of Last Days'



Fino a ieri sembrava che tutto fosse pronto per le riprese di The Garden of Last Days. Invece oggi apprendiamo che, a quasi dieci giorni dall'inizio della lavorazione, James Franco si è tirato fuori dal progetto, di cui sarebbe stato regista e co-produttore (con i suoi soci Vince Jolivette e Miles Levy e insieme a Gerard Butler, Alan Siegel, Danielle Robinson e Hanna Weg).

Sempre più frequentemente ormai si verificano situazioni del genere a Hollywood, ma in questo caso non si tratta né del capriccio di una star né di problemi di budget.

La Millennium Films, principale finanziatore della pellicola, non ha gradito la troupe con cui Franco avrebbe lavorato, a suo dire priva dell'esperienza necessaria, e avrebbe imposto al regista un altro team di lavoro.

Sappiamo bene quanto James Franco ritenga importante il processo collaborativo dietro ad una produzione cinematografica e la forza dei suoi progetti sta, tra le altre cose, nella stima e fiducia che nutre nelle persone con cui sceglie di lavorare. Facile, dunque, capire che, a queste nuove condizioni, non si sarebbe creato per lui l'ambiente ideale per realizzare un film.

Quello che non è chiaro è se il progetto verrà archiviato definitivamente o se sarà diretto da un altro regista, visto che del budget di 3 milioni di dollari, ne sono già stati spesi 500 mila, e che Vince Jolivette e gli altri soci della Rabbit Bandini Production erano già al lavoro, da qualche settimana, nelle location in North Carolina.

Vi terremo aggiornati.

fonte deadline

giovedì 27 giugno 2013

Partono a luglio le riprese di 'The Garden of Last Days'

A Londra in questi giorni per le ultime riprese di "Good People", James Franco non rimarrà per molto tempo lontano dal set. Come già annunciato in precedenza, il suo prossimo progetto cinematografico lo vedrà nuovamente impegnato come regista nella trasposizione del romanzo di Andre Dubus III, "The Garden of Last Days".

Le riprese inizieranno il 10 luglio prossimo a Winston-Salem e termineranno il 6 agosto, anche se non è ancora chiaro se l'intero film verrà girato in questa zona.

"The Garden of Last Days" è la storia di tre personaggi le cui strade ad un certo punto si incrociano: April, una spogliarellista che porta con sé al lavoro la sua bambina di tre anni; un uomo arrabbiato che viene cacciato dal locale in cui lavora April; e un nuovo cliente, strano, ossessionato dalla ragazza, e pronto a pagarla molto bene, ma più per i suoi occhi che per il suo corpo.

Già confermata nel cast, Emilia Clarke, nota al grande pubblico per la serie "Game of Thrones", che interpreterà il ruolo di April.

fonte wsjornal

mercoledì 26 giugno 2013

This Is The End: screening a Londra



Parte la promozione europea di This Is The End con uno screening tenutosi ieri sera al Charlotte Street Hotel di Londra. A presentarlo, James Franco e Seth Rogen.

'La Passione', un cortometraggio di James Franco


Se si pensa ad una delle più iconiche donne della storia, Giovanna d’Arco è una di quelle. Una figura usata (e abusata) dall'arte, dal cinema e dai media in tutti i secoli, fino ad oggi.

James Franco ha raccontato la sua Jeanne in "La Passione", cortometraggio realizzato per Gucci, con protagonista la modella italiana Natalia Bonifacci, moderna Giovanna d'Arco alla ricerca della sua pace.

Sguardo perso e malinconico, vaga senza meta nell'atmosfera ovattata e decadente di una festa mondana. Si fa strada nella "grande bellezza" della massa che osserva con distacco. Sa di non appartenerle.



Poi il martirio. Filmata con estrema eleganza e con un gioco di metafore e di non-detti, si consuma la violenza contro questa splendida eretica misteriosa e pericolosa. Luci e ombre sono sapientemente proiettate su ogni fibra del suo bellissimo corpo, mentre si contorce. E il suo dolore è anche il nostro dolore.

Infine il rogo, che è catarsi. L'abbandono a quel bellissimo angelo nero e, finalmente, la pace. Perché lei non può appartenere a questo mondo. Ma la sua storia sì. E resterà per sempre.

di  Chiara Fasano

Brand-Funded Films and the Trailer for 'La Passione'


di James Franco

Ho lavorato ad alcuni progetti con Agyness Deyn per un po' di tempo. Abbiamo collaborato ad un servizio fotografico per Elle, in cui, intorno alla piscina dello Chateau Marmont, ci sono lei e Natalia Bonifacci vestite come James Dean e Sal Mineo. Un'altra volta sono andato con lei ed un gruppo di amici al Magic Mountain. Prima di ogni giro di giostra sorteggiavamo le coppie. L'idea era di baciare ciascun partner e filmare il tutto. Poco dopo quella gita, Aggy mi disse che voleva fare qualcosa basata sulla Joan D'Arc di Theodor Dreyer. 

Stavo girando Oz a Detroit e ci sarei rimasto per sei mesi. Mentre ero lì, io ed Aggy abbiamo sviluppato un'idea su Giovanna D'Arco e progettato un mash-up in chiave moderna, alla maniera di Dreyer (cinema muto, un sacco di primi piani ecc.). Abbiamo deciso che la gigantesca e super-fotografata Michigan Central Station - ora abbandonata e coperta da graffiti - sarebbe stata la location perfetta. Ma non siamo riusciti a trovare la data giusta per Aggy. Invece, in quella stazione abbiamo girato una folle versione dell'Otello, in cui è Emilia ad orchestrare la caduta di Otello - e quella di Iago e quella di Desdemona; è lei l'amante di Otello e usa la gelosia del marito per far cadere il Moro e gli altri.

Poi Aggy si è sposata (i migliori auguri a lei e a suo marito) ed era troppo impegnata per fare Giovanna D'Arco. Così Natalia Bonifacci è diventata la nostra Joan. Gucci stava aprendo un nuovo punto vendita a San Paolo, in Brasile, e abbiamo pensato che fare un video sarebbe stato un modo perfetto per inaugurarlo. Joan of Arc sarebbe stato perfetto. Ma così avevamo altri due elementi in mano: Gucci e il Sud America.



I video per la moda sono straordinari perché vengono utilizzati tutti gli strumenti che utilizzi normalmente quando lavori ad un film, inclusi i costumi migliori e bei protagonisti, ma non bisogna preoccuparsi dell'intreccio narrativo allo stesso modo. Con i film c'è una pressione costante, data dall'obiettivo di intrattenere un pubblico con una storia e personaggi approfonditi. I piccoli video non hanno queste restrizioni e offrono la libertà di adottare la tecnica del collage perché il pubblico non dev'essere necessariamente coinvolto emotivamente allo stesso modo in cui ci si aspetta che lo sia quando è seduto davanti al grande schermo.

Per il nostro scopo, questa sorta di mash-up è esattamente ciò di cui avevamo bisogno per comunicare attraverso le immagini. Joan rimanda ad un potere superiore nel nostro video, ed emerge un potere spirituale più alto attraverso l’uso di un medium contemporaneo. Joan d'Arc comunica con un simulacro di Dio, impersonato dalla versione di Joan di Dreyer, interpretata da Falconetti. Lei è proprio alla ricerca di quel film precedente per liberarsi dagli abusi dei demoni della Terra (interpretati dai gemelli ATL).

La nostra Joan è un'ospite ad una specie di festa à la Michelangelo Antonioni, in cui i più piccoli dettagli significano tutto e la fine di un matrimonio è l'equivalente del volo dell'anima di quella persona. La nostra Joan è attesa da un angelo, ma è un angelo di una bellezza estrema, a suggerire che c'è qualcosa di molto fisico nella trascendenza, o che l'ideale può solo esistere sotto forma di ricostruzione digitale - tramite video, foto, internet.

Ci muoviamo tutti più a fondo, nel reame immortale della vita digitale e via dalla decadenza della Terra dei mortali. Joan non può vivere sulla Terra, ma può scappare e vivere per sempre nel suo martirio, perché è stato catturato in un video.

VICE.com trasmetterà 'La Passione' in versione integrale, stasera alle 20 (ora italiana)

fonte Vice / traduzione Chiara Fasano

martedì 25 giugno 2013

James Franco al lancio di "Gucci Made To Measure"



Non solo gli "abiti su misura" della linea primavera/estate 2014, ma anche un nuovo profumo firmato Gucci Made To Measure lanciato ieri sera a Milano. A presentarlo insieme a Frida Giannini, James Franco, testimonial della campagna con una serie di scatti di Mert Alas & Marcus Piggott che presto invaderanno riviste specializzate e cartelloni pubblicitari.

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Qui gallery completa >>

lunedì 24 giugno 2013

James Franco a Milano per la Menswear Fashion Week



Ora che ha fatto la sua prima apparizione pubblica, possiamo confermarlo: James si trova da ieri a Milano per promuovere la nuova linea 'Made To Measure' Gucci, di cui è testimonial d'eccezione. In attesa di vedere le immagini delle campagna, ecco alcuni scatti dalla sfilata Gucci Men's Spring/Summer 2014 di stamattina.

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domenica 23 giugno 2013

James Franco curatore di LE BOOK NY 2013



Uscirà a luglio LE BOOK NY 2013, imperdibile appuntamento per i creativi di tutto il mondo che mescola moda, pubblicità e fotografia. Il nuovo numero è dedicato a Dennis Hopper e alla sua vita filtrata dalla lente di una macchina fotografica. I suoi scatti in bianco e nero sono raccolti in due esclusivi volumi racchiusi in un cofanetto. Curatore dell'edizione di quest'anno, James Franco. LE BOOK NY 2013 non è in vendita, ma distribuita in omaggio a direttori artistici, direttori creativi e art buyer di varie agenzie e brand. Qui il sito.

giovedì 20 giugno 2013

'Man of Steel': The Super Movie



di James Franco

La settimana scorsa mi è stato chiesto di assistere alla première di Man of Steel, così alla fine della mia giornata di lavoro sul set del mio piccolo thriller negli studi di Pinewood, sono andato a Leicester Square per vedere l'ultimo adattamento cinematografico della storia del supereroe.

Molte cose mi sono passate per la testa, sia soggettive, sia oggetive, o piuttosto, sia dal punto di vista di una persona che conosce il business del cinema dall'interno, sia da quello di uno spettatore indiscriminato. Anch'io ho fatto film tratti da fumetti - la trilogia di Spider-Man diretta da Sam Raimi. Devo nominare il regista perché fare una distinzione ora è necessario, vista la nuova serie di Spider-Man spuntata fuori prima ancora che fosse il tempo di seppellire il cadavere di quella vecchia e avvolgerla nel velo opaco della nostalgia. Certo, ci sono ancora bambini che mi si avvicinano per strada perché sono fan dell'originale (ragazzi, sembra così strano a dirsi). Non ho un fortissimo attaccamento emotivo a quel franchise di per sé, ma hanno un forte valore sentimentale i legami con le persone con cui ho lavorato: Sam, Toby, Kirsten, la grandissima e scomparsa di recente Laura Ziskin e le altre centinaia di persone che hanno lavorato con noi. Non mi affligge più di tanto che sia stato rifatto, per tante ragioni, ma ciò che mi incuriosisce è che il remake sia arrivato così velocemente - e il perché.


martedì 18 giugno 2013

'Palo Alto Stories' di James Franco

Come molti altri suoi colleghi del cinema indipendente, anche James Franco ha intenzione di realizzare uno dei suoi prossimi progetti attraverso Indiegogo, la celebre piattaforma di crowdfounding, per mezzo della quale, con il contributo della gente comune, è possibile raccogliere fondi per finanziare la produzione di film, musica, arte, spettacoli teatrali e molto altro.



Nel video che vi proponiamo, James Franco, in visita nella sua Palo Alto, spiega la situazione: chiede al pubblico di aiutarlo a finanziare tre film tratti dalla sua raccolta di racconti In Stato di Ebbrezza (Palo Alto: Stories) - il budget finale è di 500 mila dollari. I film, come i racconti, tratteranno di come i ragazzi vivono l'adolescenza nella sua città natale, tema molto caro a Franco, e saranno diretti da quattro giovani registi, tutti provenienti dalla New York University: Nina Ljeti, Vladimir Bourdeau, Bruce Thierry Cheung, e Gabriel Demestree.

"La gente crede che per via del mio nome, sia facile produrre dei film, ma non è così", spiega Franco. "Molte volte ho impiegato i miei soldi per produrre i miei film e quelli dei miei studenti, ma in questo caso è diverso, abbiamo bisogno di più risorse."


I proventi ottenuti dalla vendita di questi tre cortometraggi, verranno poi devoluti a Art of Elysium, l'associazione no-profit sostenuta da James che si impegna nel promuovere arte (in tutte le sue forme) negli ospedali e strutture pediatriche.

Questo è decisamente un bel modo per produrre arte, e noi di James Franco Italia sosteniamo il progetto.


Supporta 'Palo Alto Stories by James Franco' >>

lunedì 17 giugno 2013

This Is The End e il kit di sopravvivenza

In America è già un successo al boxoffice con più di 30 milioni di dollari incassati nel primo weekend, ma la promozione di This Is The End non si ferma e il cast del film rilancia con la televendita del kit perfetto per affrontare l'apocalisse. Non perdetela!

Il Grande e Potente Oz: bloopers

In Italia uscirà in dvd e blu-ray il prossimo 26 giugno, ma nell'attesa ecco un divertentissimo extra con le papere sul set.

sabato 15 giugno 2013

The Parallel Structure in 'Strangers on a Train'



di James Franco

Una delle strategie che Patricia Highsmith usa nel suo primo romanzo, Strangers on a Train, è quella di far rimbalzare la narrazione tra due personaggi. Come suggerisce il titolo, questi due estranei, Guy e Bruno, si incontrano su un treno all'inizio del libro e discutono di uccidere persone nelle vite di ciascuno allo scopo di abbassare i sospetti basati sui moventi. Guy non prende sul serio la proposta di Bruno, ma dopo che Bruno uccide la moglie di Guy, Bruno fa pressione su Guy di uccidere suo padre. La struttura del libro permette alla Highsmith di saltare da un capitolo all'altro e di collocarli in parti del paese completamente diverse, ma a causa della loro relazione e del vacillamento tra le due storie, si sentono come se fossero molto vicini tra loro. E' quasi un effetto split screen, dove vivono le loro vite separate distinti tra loro, ma la struttura parallela li avvicina. Sembra come se fossero nella stessa inquadratura.

La forma lineare del libro evita che le storie vengano riprodotte allo stesso esatto tempo come lo split screen potrebbe fare in un film (ance se raramente viene usato in questo modo nei film). Ma i due fili sono intrecciati in modo tale da far sì che il lettore viva le storie come se stessero accadendo contemporaneamente, almeno questa è la comprensione trasmessa. Questa tecnica fa sì che il lettore passi attraverso un filo alla volta, iniettando una forza di energia nella narrazione. Quando ogni sezione viene ripresa, viene ripresa nel bel mezzo dei momenti più cruciali per quel personaggio. Le transizioni in avanti e indietro tagliano il grasso e snelliscono la narrazione.

Il libro, che è stato pubblicato nel 1950 e adattato in un film da Alfred Hitchcock l'anno successivo, inizia con la prospettiva di Guy. Guy è il personaggio morale e stabile. Mantiene il suo punto di vista nella sezione di apertura per stabilire che Bruno è un pazzo. Highsmith scrive spesso su sociopatici (i romanzi di Ripley seguono tutti le azioni di uno psicopatico omicida), ma è capace di tenere i lettori coinvolti perché questi personaggi hanno desideri umani simpatetici. Nel caso di Tom Ripley, egli vuole essere all'interno, piacere (di meno nel libro che nel film), e non essere di classe inferiore. In Strangers on a Train, siamo in grado di sopportare Bruno perché è mediato da Guy, o per lo meno non siamo costretti a stare con lui per troppo tempo prima di essere spostati indietro ad una prospettiva di Guy. La lente filtrante del punto di vista di Guy all'inizio evidenzia quanto sia pazzo Bruno. E poiché siamo molto vicini a Guy all'inizio, ci induce ad allinearci con lui. Guy è il protagonista, ma la Highsmith spesso taglia a Bruno per mostrare cosa sta combinando alle spalle di Guy. Quando fa ciò, non siamo veramente allineati con Bruno anche se siamo stati portati molto più vicino ai suoi pensieri ed azioni. Non lo vediamo attraverso la prospettiva di un altro personaggio, ma manteniamo ancora la nostra fedeltà a Guy.

giovedì 13 giugno 2013

"Introducing Psycho" al BFI di Londra



Tra i tanti appuntamenti che hanno visto impegnato James durante lo scorso weekend londinese, ricordiamo quello al BFI, dove ha introdotto il capolavoro di Alfred Hitchcock, Psycho, cuore pulsante della sua nuova mostra "Psycho Nacirema". Ecco alcuni scatti dal portrait dell'evento.

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mercoledì 12 giugno 2013

Ecco perchè ho ricreato Psycho

Riportiamo la traduzione dell'intervista a James Franco uscita su The Guardian.



Quello che mi interessa di Psycho è il modo in cui il film racconta la vita immaginaria di un uomo come Norman Bates tiene sua madre viva nel mondo della sua immaginazione. E' un gioco delle parti: lui interpreta lei e poi quel personaggio prevale sul suo vero io. Così giustifica le sue azioni più estreme, omicidio incluso, perché le compie quando è scivolato in un altro stato psicologico. Certamente amo il film del 1960 di Hitchcock, ma Psycho Nacirema, l'installazione che ho realizzato insieme al video-artista scozzese Douglas Gordon, non vuole essere un omaggio.

Nell'esposizione usiamo il film e le performance come ispirazione per una nuova opera. L'anno scorso ho realizzato un'installazione frutto della collaborazione con un gruppo di artisti che includeva Douglas, il regista Harmony Korine e l'artista di Los Angeles Paul McCarthy. Siamo partiti dal film del 1955 Gioventù Bruciata. Ognuno ha lavorato su un aspetto diverso: il film stesso; la leggenda di James Dean; parti della sceneggiatura originale mai utilizzate per il film. Mi è piaciuto tanto quell'approccio. Mette insieme diversi aspetti della mia vita.

Per Psycho Nacirema abbiamo ricreato molte stanze del set originale del Bates Motel: il bagno, la camera della madre, l'ingresso, l'esterno con il cartello "No Vacancy". Mi è stato dato il permesso di fare delle riprese nel Bates Motel agli Universal Studios, dove fu girato Psycho. Abbiamo creato la nostra versione delle scene più iconiche del film, inclusa quella della doccia, in cui io interpreto Marion Crane, il personaggio di Janet Leigh. Girare in quel luogo è stato come comunicare con i morti di Hollywood. Nell'originale, lo psicopatico è un travestito e la vittima una donna. E' ovviamente un'idea antiquata quella per cui un travestito è uno psicopatico. Interpretando io Marion Crane, spero di scalzare quell'ideologia datata. Mi interessa molto il gioco di ruoli: se sono io il travestito, è chiaro a tutti che sto interpretando un "personaggio". Questo genera la consapevolezza delle scelte che compiamo ogni giorno per diventare quello che siamo. Tutti quanti interpretiamo dei ruoli.

L'installazione gioca molto su realtà versus fantasia. Psycho è un film. Anthony Perkins, da attore, crea il suo mondo immaginario mentre anche il suo personaggio, Norman Bates, sta compiendo una performance. E' in tutti questi livelli di finzione che mi interessa inserirmi, interpretando un personaggio del film e anche delle persone reali.

Ho studiato molto arte, regia e scrittura. Gli studenti sono incoraggiati a trovare la propria voce per chiedere a se stessi: "Cosa puoi produrre che nessun altro può fare?" Quando ho iniziato a lavorare ai miei progetti artistici, ho pensato che dovessi allontanarmi dal mondo del cinema. Ma poi mi sono reso conto che tutti i miei artisti preferiti guardano al cinema per ispirarsi: Cindy Sherman, Richard Prince, Dan Colen e Douglas Gordon (che nel 1993 ha fatto 24 Hour Psyco, una versione a rallentatore del film). Ho capito di essere in una posizione unica: io vivo il mondo del cinema dall'interno e posso benissimo coniugare le due discipline. Appena ho agito di conseguenza, ho sentito di avere una nuova energia.

Non faccio solo riferimento a Norman Bates. Sono anche stato influenzato dal famoso assassino del Wisconsin Ed Gein. Era un individuo veramente malato, celebre negli anni '50 per aver fatto dei mobili con i cadaveri delle persone che aveva ucciso, ma non solo. Dissotterrava anche altri corpi. Li estraeva dalle loro tombe e poi faceva dei paralumi e altri mobili con la loro pelle. Robert Bloch, autore del libro da cui è tratto il film di Hitchcock, si è ispirato a Gein. E Gein, a sua volta si ispirò al massacro del Texas Chainsaw e al libro di Cormac McCarthy Figlio di Dio, che io ho recentemente adattato per il cinema. Ho dato alla mia installazione quell'atmosfera inquietante e disturbante che richiama alla mente Gein. Portandosi agli estremi, gli scrittori e gli artisti possono lavorare con i comuni tratti della psicologia umana che tutti condividiamo ed esaminarli in un modo più cupo.

Un altro aspetto che mi ha intrigato è lo scandalo di Fatty Arbuckle. Era un attore, proprio come me: faceva commedie del cinema muto negli anni '20. Anche lui aveva un'immagine pubblica, essendo una celebrità del suo tempo. Ma oggi, tutto quello che si sa di Fatty è che fu accusato di aver stuprato e ucciso una donna durante una festa al St. Francis Hotel di San Francisco. Ho lavorato di recente con il regista sperimentale e attore Kenneth Anger. L'ho diretto in un video musicale per la mia band, i Daddy. Lui ha scritto dello scandalo di Arbuckle nel suo libro Hollywood Babylon, che riprende i vecchi gossip e gli scandali del Tinseltown e li riscrive fino a farli diventare miti o leggende.

Fatty fu assolto, ma la sua carriera fu rovinata: il pettegolezzo ha la stessa potenza della verità. Quell'omicidio accompagna la sua memoria. La sua professione era far credere ciò che non era vero, ma a causa di qualcosa successa nella sua vita vera, quel mondo immaginario è stato intaccato.

Ho fatto delle riprese nell'hotel in cui si svolse quella festa. Abbiamo girato diverse possibili versioni dell'accaduto e io ho interpretato Fatty: una in cui è innocente, un'altra in cui è colpevole. Era famoso per fare un tipo di comicità farsesco, quindi ho ricreato alcuni cortometraggi di Chaplin, ma li ho rallentati così tanto da far sparire l'elemento comico. Il risultato è una serie di persone che si picchiano l'un l'altra. 

Qual è la mia motivazione? Sto solo cercando di andare in fondo al cuore di questa strana creazione che chiamiamo cinema.

Intervista di Sky Sherwin / Traduzione di Chiara Fasano

martedì 11 giugno 2013

The Real World: This Is The End Edition

Vi è mai capitato di vedere The Real World, storico reality di MTV che fece entrare per la prima volta l'occhio della telecamera nella vita reale? Cosa sarebbe successo se al posto di perfetti sconosciuti, tra "confessionali" e litigi, ci fossero stati quelli di This Is The End. La risposta è in questo nuovo video promozionale, rilasciato a ridosso del debutto di domani nelle sale USA.

As I Lay Dying al Festival di Monaco



As I Lay Dying non ha bisogno di presentazioni: ne abbiamo parlato in passato e, abbondantemente, in occasione dell'ultimo Festival di Cannes, dove è stato presentato in concorso nella sezione Un Certain Regard raccogliendo consensi generalmente positivi.

Dopo questo, il nuovo lavoro di James Franco avrà modo di essere proiettato in un'altra importante piazza europea, il Festival di Monaco, il prossimo 2 luglio. Il film è stato inserito nella sezione International Indipendents.

James Franco è una presenza già nota al Festival; lo scorso anno infatti ha presentato i film Francophrenia e My Own Private River.

James Franco, voce nel film d'animazione "Il Piccolo Principe"



James Franco doppierà uno dei personaggi protagonisti de Il Piccolo Principe, film d'animazione tratto dall’omonimo classico per l'infanzia del 1943 di Antoine de Saint-Exupery, diretto da Mark Osborne (regista di Kung Fu Panda).

Il celeberrimo romanzo narra di un pilota che si schianta nel deserto del Sahara e si imbatte in un bambino che dice di essere un principe caduto sulla Terra dalla sua casa su un asteroide. Mentre il pilota ripara il suo aereo, il "piccolo principe" gli racconta il suo viaggio, da un asteroide all'altro, intrapreso per conoscere l'universo. Durante il suo cammino ha incontrato individui strani, ognuno con storie e caratteristiche particolari, ciascuna simbolo dei vizi e delle virtù di ogni uomo.

Ampio il cast vocale di questo nuovo adattamento. Oltre a James Franco presteranno la loro voce Rachel McAdams, Jeff Bridges, Benicio Del Toro, Mackenzie Foy, Paul Giamatti e Marion Cotillard.

‘American Psycho’: Ten Years Later/Twenty Years Later



di James Franco

Ho ascoltato l'audiolibro di American Psycho recentemente. E' uscito nel 2011 ed è narrato da Pablo Schreiber, il quale svolge il suo compito abbastanza bene. Non lo ridicolizza o non fa troppe voci buffe per i diversi personaggi. E' sottile, con appena abbastanza inflessione per distinguere ogni pezzetto di dialogo. Consegna tutto con la fredda fattualità che Patrick Bateman richiede.

Se Bret Easton Ellis è, come molti credono, l'enfant terrible della letteratura della gioventù disincantata degli anni 1980, è solo perché è anche segretamente uno stregone capace di evocare incantesimi multivalenti di celebrazione e punizione che sovvertono i significati e il valore di sesso, soldi, consumismo e intrattenimento. Ne consegue soltanto che American Psycho è (almeno per ora) il pinnacolo della sua arte: il malevolo canto del cigno di un'era che riassume il suo tema con un perfetto equilibrio tra ampiezza e incisività. Grossa satira distribuita con una tecnica iperrealistica.

Il romanzo è stato pubblicato nel 1991, quindi è chiaro che Bret stava spendendo la vita -- si potrebbe anche dire sbavando -- poiché l'ultimo decennio analogico giungeva alla sua conclusione. Sono arrivati gli anni novanta, smantellando l'era "moderna" e forse addirittura quella "postmoderna", spostando le cose di traverso in una direzione che non è stata definita fino alla fine del 2001, e solo allora sotto le sembianze di terrorismo internazionale e conseguenti guerre per procura. Ma una cosa era certa: i confini prestabiliti tra gli yuppie ricchi e gli insider del centro si sono tutt'altro che sciolti sotto l'onnipervadente pressione dello sguardo ciclopico a raggio laser di MTV e una generazione che vedeva la sua produzione come evangelica. Era un'era che mescolava senza sforzo e ignorantemente (con certi livelli di beatitudine) il nuovo sound del grunge teen-spirit di Cobain con l'esplosione dell'hip-hop G-funk sulla scia di The Chronic, anche se le ripercussioni culturali sovrastanti non sono state realizzate fino alla fine della coda degli anni duemila.

mercoledì 5 giugno 2013

Tar: il teaser poster

Lo abbiamo visto in anteprima mondiale al Festival di Roma (qui la recensione) e ora Tar è reduce dal market di Cannes dove è stato presentato ai possibili distributori. E' ancora presto per parlare di uscita nelle sale, ma proprio oggi è stato rilasciato un primo teaser poster.

"Facciamola Finita", in Italia dal 18 luglio

Un nuovo film? No, semplicemente il titolo scelto dai distributori italiani per This Is The End, la commedia apocalittica di Seth Rogen che arriverà nelle nostre sale il 18 luglio. Per ingannare l'attesa, una nuova sboccatissima clip con protagonista James Franco e la sua rivista porno preferita.



fonte screenweek

martedì 4 giugno 2013

Sal: il poster ufficiale

Presentato a Venezia nel 2011, Sal, il film biografico dedicato alla figura di Sal Mineo, diretto da James Franco e interpretato da Val Lauren, ha avuto poi una serie di acclamati screening in numerosi Festival internazionali (Austin, Carmel, Aruba, Palm Springs, Liberatum). In attesa dell'uscita nelle sale americane che dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno (verrà distribuito da TriBeCa, la compagnia cinematografica di Robert De Niro), ecco il poster ufficiale.

Il cast di "This Is The End" su Rolling Stone

La bibbia dello spettacolo USA, Rolling Stone, dedica la copertina del numero di giugno ai protagonisti di "This Is The End". Qui l'intervista completa.

James Franco in This Is The End: intervista sul set

Direttamente dal set di This Is The End, James Franco parla di come è stato pensato e sviluppato il suo personaggio, di come ha interagito con i colleghi Danny McBride e Michael Cera, e ci dice cosa pensa dello spirito oltraggioso del film.

lunedì 3 giugno 2013

Seth Rogen and James Franco: Sea of Love



Intervista di Foster Kamer per COMPLEX
Traduzione Chiara Fasano 

C'è già un problema sul set e il photoshoot non è nemmeno iniziato. Seth Rogen forse sarà in ritardo per via di un qualche appuntamento precendente e una ceretta sulla schiena andata nel peggiore dei modi. Anche James Franco porta qualche minuto di ritardo. Ovviamente.

Considerando tutti gli spostamenti di data e tutte le volte in cui questo giorno è stato riprogrammato, non è poi così sorprendente. Diciamo solo che mettere insieme James Franco e Seth Rogen per quattro ore di fila è stato come programmare un appuntamento dopo aver fatto girare il bussolotto del superenalotto.

Ma è impossibile arrabbiarsi con loro - sono ragazzi impegnati. Questa primavera Franco era in due dei film di cui si è più parlato nel Paese. Uno era un blockbuster fantasy per bambini (Il Grande e Potente Oz), l'altro un film "arty" vietato ai minori, un doposcuola che sembra scritto da uno spacciatore di crak innamorato di Britney Spears (Spring Breakers). Franco ha girato questi film nel tempo libero, mentre conseguiva un Ph.D in Letteratura a Yale o faceva lezione ad uno dei suoi corsi universitari. O mentre la celebre artista Marina Abramović faceva un documentario su di lui. O mentre era a Berlino per la sua installazione artistica Gay Town. O mentre era il Grand Marshall al Daytona 500.

Quanto a Rogen, nel 2012 ha recitato con Barbra Streisand (The Guilty Trip), ha aiutato a scrivere uno dei film dell'estate per Ben Stiller e Vince Vaughn (Vicini del Terzo Tipo) e ha interpretato uno dei più esilaranti ruoli da non protagonista nella serie comica più cult della storia della televisione (il pornografo guerrigliero Dirty Randy, in The League, su FX).

Rogen e Franco sono amici da quando recitavano insieme in Freaks and Geeks nel 1999, ma si sono ritrovati a lavorare di nuovo insieme solo nel 2008, nella commedia stoner Pineapple Express. Il loro prossimo progetto in uscita, This Is The End, è l'esordio alla regia di Rogen (ha co-diretto, co-sceneggiato e co-prodotto il film con il suo collaboratore di Superbad Evan Goldberg). "Non passavo tanto tempo con Franco dal nostro film precedente," dice Rogen.

In questo, i due amici e colleghi interpretano Seth Rogen e James Franco, intrappolati nella casa di Franco durante la fine del mondo. Anche i loro amici nella realtà e co-protagonisti Jonah Hill, Craig Robinson, JayBaruchel e Danny McBride interpretano se stessi, insieme a Rihanna, Aziz Ansari e altri invitati casuali. E' questo che Hollywood definisce "pericolo creativo". Franco e Rogen sapevano di non riuscire a scamparlo senza uscirne indenni. Perché?


Beh, nel trailer del film si ironizza sulla sessualità di Franco tanto cara ai tabloid, sull'Oscar mancato di Jonah Hill, sui chili di troppo di Rogen. "Abbiamo creato la versione peggiore di noi stessi", spiega Franco. Eppure tutte le anteprime del film sono andate così bene, che due mesi prima dell'uscita lo studio ha già pensato ad un'altra collaborazione tra Rogen, Franco e Goldberg, The Interview, su un tizio à la Ryan Seacrest che va in Corea del Nord. In altre parole, nonostante l'ampia diversità dei loro impegni, delle loro carriere e vite, anche la versione peggiore di loro stessi - e l'alchimia che hanno - riesce ad avere successo. Un successo enorme.

Rogen avanza nello studio fotografico di West Hollywood poco prima le 3 del pomeriggio, in jeans e T-shirt nera, nessun segno di quella cera versatagli addosso da Danny McBride per uno dei video promozionali del film. "Ho fatto un pasticcio" spiega. "E' colpa mia." Guarda per terra, scuote la testa e ride. Quella di Rogen è la risata rauca diventata uno dei suoni più inconfondibili della commedia dei giorni nostri, un po' il Wilhelm Scream dei buddy movies. Franco arriva tranquillamente qualche minuto dopo, con assistente al seguito, giacca nera e con in mano un libro per il suo prossimo esame (Nostra Sorella Carrie). Dopo un "ciao" detto distrattamente, entrambi sono subito al lavoro.
"Ti rendi conto di quanto è difficile passare del tempo con i tuoi amici?" Fa notare Rogen tra uno scatto e l’altro. "Ti dici: Che cazzo sto facendo? Potrei fare queste cose con le persone che mi piacciono."

Quel che è certo, dopo un'ora, Rogen sta già agitando un gigantesco pesce spada di plastica ad altezza cinto pelvico e grugnisce in direzione di Franco, che fa fatica a rimanere serio. Certo, fa parte del photoshoot, ma i due sembrano genuinamente divertirsi, a fare i pagliacci durante quello che chiamano lavoro. E ci divertiamo anche noi.

domenica 2 giugno 2013

120 Hour Film Festival: ecco i vincitori



di Chiara Fasano/Sonny

Si è concluso il 19 maggio, a Los Angeles, lo Sherry Theater Spring Art Festival (di cui vi abbiamo parlato qui). Nell'ambito della kermesse ha avuto luogo, tra le altre cose, il 120 Hour Film Festival, a cui hanno partecipato, in concorso, sette registi, Blake Dew, Brad Kaz, Ciera Parrack, Costa Ronin, Joe Hackman, Lukas Behnken, Marlene Mc'Cohen. La sfida consisteva nel realizzare, insieme al cast e alla troup, un cortometraggio di circa 15 minuti, in sole 120 ore, dalla scrittura della sceneggiatura, alle riprese, al montaggio finale.

Ecco l'elenco dei film realizzati:

A Very Fragil Interior (di Ciera Parrack)

Astigmatism (di Costa Ronin)

Boy Next Door (di Joe Hackman)

Filandra (di Marlene Mc'Cohen)

Paradise (di Blake Dew)

Salon Babe (di Lukas Behnken)

Sisters (di Brad Kaz)


Paradise (photo from set, courtesy of Blake Dew)

Gli ideatori del Festival, Scott Haze e Danielle Scheid, oltre ad occuparsi dell'organizzazione, hanno anche lavorato insieme al film Paradise. Danielle Scheid è l'interprete di uno dei ruoli principali e lo ha prodotto. Haze ha diretto la fotografia e recitato in Paradise, ma anche in Filandra.

I premi sono stati assegnati da una giuria di addetti ai lavori, composta da Julie Rapaport (Direttore dello Sviluppo alla Weinstein Company), Alejandro Monteverde (Regista/Scrittore), Josh Kesselman (Manager/Produttore) e Dean Craig (Scrittore/Regista/Produttore esecutivo).

Ecco la lista dei vincitori:

Gran Premio della Giuria per il Miglior Film: "Paradise"

Premio del Pubblico per il Miglior Film: "Paradise"

Miglior Regista: Costa Ronin per "Astigmatism"

Miglior Attore: Jim Parrack per "Filandra"

Miglior Attrrice: Laura Maria Steigers for "Astigmatism:

Miglior Fotografia: Ciera Parrack per "A Very Fragil Interior"

Miglior Sceneggiatura: Meghan Cox, Lisa Jai, Brad Kaz per "Sisters"

Miglior Montaggio: Dashiell Reinhardt per "Paradise"

Lo Sherry Theater, fondato nel 2006 da Scott Haze e Lukas Behnken è sede di un'organizzazione no-profit. Il loro obiettivo è rivolgersi alla comunità e permettere alla gente di essere coinvolta in iniziative artistiche, dal teatro, al cinema, all'arte visiva e altre attività. Sono già in cantiere per il futuro altre mostre, festival e spettacoli teatrali.

Lo Sherry Theater sarà inoltre coinvolto in prima persona in più produzioni teatrali. Oltre ad ospitare altre compagnie nei loro spazi, come già fanno da molti anni, saranno loro a produrre nuovi drammi sia originali, sia adattati da opere famose. Ad esempio, si è già creata una commissione ad hoc, che si occuperà dell’adattamento di testi shakespeariani.

Noi di James Franco Italia, offriamo con piacere tutto il nostro supporto ai ragazzi dello Sherry Theater e alle loro bellissime iniziative.


James Franco al "Chime for Change Live"

Istruzione, sistema sanitario adeguato e giustizia per tutte le bambine, ragazze e le donne del mondo. Questi gli obiettivi di Chime For Change, associazione benefica co-fondata da Frida Giannini e Salma Hayek che ieri ha organizzato un concerto al Twickenham Stadium di Londra, il "Sound of Change Live", il cui incasso sarà utilizzato dall'associazione per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle donne che vivono nell'altra metà del mondo.



Artisti internazionali si sono esibiti per la causa: da Jennifer Lopez a John Legend, dalla nostra Laura Pausini alla straordinaria Beyoncé, che ha chiuso lo show con un'ora di spettacolo.

Oltre alla musica, si sono alternati sul palcoscenico attori e attivisti che hanno ricordato gli obiettivi del progetto. Tra i tanti, Madonna, Freida Pinto, Jada Pinkett-Smith, Blake Lively, Ryan Reynolds e James Franco, salito sul palco insieme a Jessica Chastain per fare un appello al pubblico, in nome di quello slogan dell'evento che recita: "None of us can move forward if half of us are held back."

Ecco le foto e il video della serata.

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